Come è andato il primo incontro sui libri del mese
Dobbiamo fidarci o no delle statistiche e dei grafici?
Ciao,
noi siamo Donata Columbro e Elena Canovi e questa è la newsletter del Data Book Club. Siamo felici di averti con noi in questo viaggio attraverso il mondo dei dati e della lettura. In questo numero, ti raccontiamo com’è andato il primo incontro della nuova stagione, che si è svolto lunedì 2 dicembre su Zoom. Spoiler: molto bene!
Quali erano i libri
Per questo primo incontro, abbiamo proposto tre titoli che secondo noi costituiscono, ognuno a modo suo, un atterraggio morbido nel mondo dei dati:
Dare i numeri, di Tim Harford (Brioschi, 2021)
Come i grafici mentono, di Alberto Cairo (Raffaello Cortina Editore, 2020)
Ti spiego il Dato, di Donata Columbro (Quinto Quarto, 2021)
La maggioranza ha letto “Dare i numeri“, ma molte persone avevano già letto anche “Ti spiego il dato” alla sua uscita, mentre il libro di Cairo è comparso nei ricordi di una sola persona, oltre a Donata, che l’aveva studiato per un esame universitario.
Ed ecco il riassuntone del primo incontro
Che emozione riprendere il rito del Data Book Club! Alle 21:35 le caselline di Zoom erano già 15, alcuni visi noti, altri che vedevamo per la prima volta.
Dopo una rapida introduzione di Donata, sono cominciati gli scambi di esperienze di lettura su “Dare i numeri“. Ne è stata apprezzata la struttura rigorosa, con dieci “regole“ per approcciarsi ai dati e alle statistiche, ognuna delle quali supportata da esempi provenienti da diversi ambiti (storia dell’arte, finanza, economia, medicina, big data) raccontati in modo molto accattivante (e non è un caso: Tim Harford, l’autore, oltre che economista e giornalista, è anche un famoso divulgatore della radio della BBC).
E proprio la scuola anglosassone è forse anche il motivo della ripetitività che è stata riscontrata, soprattutto nel primo capitolo, quando, a detta di una persona partecipante, il tono era quasi da “self-help”. Concordiamo. Poi migliora eh.
La traduzione ci ha lasciato qualche perplessità, soprattutto quella del titolo: un conto è l’originale “Data detective”, espressione che non dice niente dei dati ma è focalizzata sull’atto di investigare, un conto è invece “Dare i numeri”, che, nel suo significato di “vaneggiare”, potrebbe trarre in inganno richiamando tutto quel filone di libri, come “Mentire con le statistiche“ di Huff Darrel, citato da Harford, che invitano a diffidare delle statistiche.
Il saggio di Harford ce ne ha ricordato uno simile, per la struttura e per l’intento di raggiungere un grande pubblico, che abbiamo già letto al Data Book Club: Factfulness, di Hans Rosling, ampiamente citato in “Dare i numeri“. Ci siamo chiestǝ quale dei due ci fosse piaciuto di più e quale potrebbe invecchiare meglio: il consenso per entrambi i quesiti è stato su “Dare i numeri”.
Passando al secondo titolo, “Come i grafici mentono”, è stato molto apprezzato da chi l’ha letto, pur non essendo un testo divulgativo ma anzi abbastanza accademico. A proposito di grafici, è emerso che ancora oggi in molte università si insegna la statistica ma non la Data Visualization, che invece è fondamentale per comunicare in modo chiaro gli esiti di raccolte dati che possono anche servire a supportare decisioni politiche importanti.
Per il terzo libro “Ti spiego il dato”, avevamo con noi l’autrice, cioè Donata. Ha raccontato alcuni retroscena della fase di scrittura, tra cui la difficoltà di creare a scopo didattico grafici sbagliati (applicazioni molto usate come Datawrapper o Flourish sono abbastanza evolute da impedirlo, mentre Excel o Google Sheets, lasciati liberi, possono regalare errori particolarmente istruttivi!).
Dai vari interventi è emerso che “Ti spiego il dato“, sia per la chiarezza dei contenuti, sia per la forma grafica particolarmente accessibile e gradevole, si sta rivelando a distanza di anni dalla pubblicazione un utilissimo punto di partenza, un “back to basics“ utilizzato in vari contesti: in alcune scuole, in corsi universitari, ma anche per persone che non si attenterebbero mai a comprare un libro sui dati o sulla statistica perché magari spaventate dai numeri.
Link per approfondire
il programma di Tim Harford su BBC Radio 4, More or Less.
il primo capitolo di “Dare i numeri”, comincia con la storia di Abraham Bredius, “critico d’arte e collezionista, […] massimo esperto del pittore seicentesco Johannes Vermeer”. Per molto tempo l’eminente studioso affermò convintamente l’autenticità di un quadro attribuito allo stesso Vermeer. E forse lo penseremmo ancora, se il mercante d’arte Han van Meegeren, accusato di avere venduto un altro Vermeer a un nazista, non avesse confessato di avere creato lui entrambe le tele. Harford cita questa vicenda per dire che no, non necessariamente la competenza, anche profondissima, salva dai bias cognitivi. Ecco, se vi piacciono le storie di falsari e volete un altro esempio di un’intera comunità di persone esperte che prende un abbaglio gigante, vi consigliamo il podcast “Il Falso“, di Paola Manduca per RaiPlaySound.
I prossimi libri e il prossimo incontro
Seguendo le tappe che abbiamo annunciato nello scorso numero, i libri che proponiamo per il prossimo incontro sono:
Armi di distruzione matematica, di Cathy O'Neil (Bompiani, 2017)
Né intelligente né artificiale. Il lato oscuro dell'IA, di Kate Crawford (Il Mulino, 2021)
Puoi leggerli tutte e due, uno solo o anche nessuno: l’unica regola del Data Book Club è che è aperto a tutt3!
Ti diamo appuntamento al 20 gennaio 2025 alle 21:30 su Zoom. Il link arriverà la sera stessa su Telegram.
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